giovedì 30 giugno 2016

Role-playing: il market


È stato un spettacolo.
Guardare i volti della nostra classe illuminarsi, eppure così focalizzati sul loro compito-gioco da dimenticare tutto: orari, inimicizie, decibel da rispettare.
















Ho potuto solo godermi lo spettacolo di un VERO mercato. Dove per richiamare clienti si deve urlare "sconti!" ("on sale!"), e per far notare il proprio negozietto o shop bisogna fare cartelli sempre più grandi e colorati. Per guadagnare, bisogna vendere a un prezzo un po' più alto di quello di spesa iniziale, ma non troppo per non superare la capacità di spesa dei clienti.











Ecco fatta la lezione su SPESA-RICAVO-GUADAGNO. Bisogna fare i conti con attenzione, perché il borsellino non contiene infiniti soldi!















I bambini si sono organizzati spontaneamente, per associarsi in piccoli shop.
Il loro bisogno di trasformare tutto in un gioco si sposa con l'interesse verso un oggetto nuovo da esplorare, presente in un'altra esposizione.



Ed ecco così che la magia prende il volo: i bambini, serissimi, annunciano l'apertura del negozio, trattano sul prezzo, fanno i conti per il cambio, gestiscono il budget.

Contano i centesimi in modo spontaneo, senza avere ancora la padronanza del concetto di frazione o di numero decimale.
E tutto ciò, anche open-air, all'aria aperta, per godere del primo sole primaverile e quasi estivo.
Abbiamo scritto sugli oggetti il loro nome in inglese, e fabbricato un piccolo manuale delle frasi utili per compiere l'acquisto in quella lingua.
Il chiasso ricorda un bazar mediorientale! Si vende anche a domicilio, i clienti si vanno a cercare in giro, magari proponendo offerte speciali!

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